FAItango, 18 marzo 2022 – Astor

Tango y Gotan, 18 marzo 2022 – ASTOR Il suono del mare nel Tango di Piazzolla

Recensione di Astor – Un secolo di Tango

Dal Teatro Salieri di Legnago, venerdì 11 marzo 2022, Carlos Branca ha nuovamente stupito tutti con la regia della sua ultima creatura, al punto che occorrerà riflettere per coniare una nuova parola che definisca l’omogeneità di respiro tra teatro, danza e musica. Concerto di danza è il sottotitolo dello spettacolo “Astor, un secolo di Tango”, e per quanto sia evocativo non ti prepara minimante all’esperienza sensoriale ed emotiva che ti regala: una completa immersione nella vita di Astor Piazzolla, attraverso la sua musica.

È il suono del mare ad aprire il concerto, come a ricordarci che l ‘energia creativa della bellezza è a portata di tutti ed intorno a noi tutti. È la voce del mare che Astor ascoltava per trovare ispirazione; la musica esce metaforicamente da due bauli di fronte ai quali è semi seduto Mario Stefano Pietrodarchi che incanta nell’esecuzione sia del bandoneón che della fisarmonica, sempre perfetta e passionale.

L’attenzione del pubblico catturata inizialmente dalla sua figura carismatica, si sposta lentamente verso il vociare della gente di Buenos Aires; prende sempre più spazio il corpo di ballo, quello del Balletto di Roma guidato magistralmente dalle coreografie di Valerio Longo, che è riuscito nell’intento di semplificare un messaggio musicalmente complesso, come quello del tango contemporaneo imperniato da nuove sonorità, dimostrando una qualità che hanno solo i grandi: farsi capire da tutti.

L’arrangiamento musicale di Luca Salvadori è avvolgente, struggente come solo l’abbraccio del tango, e ci si ritrova non più seduti su comode poltroncine rosse, ma a danzare a piedi nudi insieme al corpo di ballo che affascina lo spettatore, lo prende per mano e lo coinvolge emotivamente a passo di danza, sempre di più all’interno della vita di Piazzolla.

La coreografia di Valerio Longo, racconta un dialogo mai interrotto tra corpo e musica, dove il confine della partitura musicale si perde e il corpo stesso diventa strumento.

È quello che accade nella metamorfosi del grande bandoneonista Pietrodarchi, quando in un crescendo magistrale diventa lui stesso energia musicale e danza al centro del palco a piedi nudi. È la voce di Piazzolla che si innalza, al di sopra di tutti noi; mentre stringe il bandoneón tra le sue mani, esprime la forza e il coraggio di Astor.

Mario Stefano Pietrodarchi offre tutto se stesso in questo finale per scuoterci nel profondo dell’animo ed unirsi con voce corale ai danzatori: è la vita strappata alla morte il dono della musica di Piazzolla.

Una rivelazione è Roberta de Simone, prima ballerina, una “figura senza tempo”, senza età, quasi eterna, che si muove come un’antica vestale nel tempio di Dioniso.

Carlo Cerri, nella sua sensibilità di light designer, enfatizza con giochi di luce e ombre l’espressività musicale dei ballerini, i loro corpi si fondono sulle note del bandoneón.

Vi è in questa realizzazione la mano di un grande sarto quella di Carlos Branca, un progetto nato ancora durante la pandemia, come lui stesso ha raccontato in un’intervista rilasciata alla nostra Webradio La Voce del Tango.

È riuscito a tessere un dialogo silenzioso tra grandi professionisti, che hanno creduto nel progetto, uniti dal desiderio di omaggiare un grande artista.

Tutti hanno saputo fare un passo indietro per ascoltarsi e lasciar parlare il talento e la musica.

Un grazie a voi tutti per ricordarci che il mondo ha bisogno di poeti!

Un balletto destinato a rimanere nella storia della danza.

 

Barbara Savonuzzi – Tango y Gotan – FAITango