Mentre i nostri danzatori si preparano a una nuova produzione da affrontare prima in sala prove e poi sul palcoscenico, vi portiamo a conoscere una figura che vediamo spesso accanto al coreografo in fase di creazione e con lo sguardo sempre attento sui danzatori in prova e in tournée: è il maître de ballet, una figura poco nota forse ma fondamentale per le compagnie di danza. E non solo per ripetere i passi di una coreografia… A raccontarci questo affascinante ruolo, Ludovic Party, maître de ballet per Balletto di Roma.
Come ci si prepara a un debutto?
Si inizia dalla classe della mattina: seguendo le prove ed individuando le richieste tecniche della coreografia, si capisce di cosa abbiano bisogno per le prove successive ma anche quanto stanchi siano i danzatori. Di conseguenza bisogna preparare una classe che li mantenga a un ottimo livello generale ma che non li affatichi troppo, poiché durante la giornata passano da un repertorio a un altro, e che in tournée avranno bisogno di tempi di ripresa molto brevi, che pesano sul loro rendimento.
Bisogna poi tenere conto delle esigenze dei rispettivi coreografi, capire cosa ci sia nella coreografia e fare esercizi per permettere loro di affrontare al meglio le difficoltà tecniche.
Come si rapporta alla coreografia in prova?
Nella prova il mio compito è tenere d’occhio il buon andamento della coreografia: segnalare agli interpreti eventuali errori, come correggerli, prendere nota di quello che fanno e dei punti critici, prendere nota anche dei desideri del coreografo e delle sue indicazioni. Ma ci sono anche note mie sui passaggi che vanno corretti…
Qual è il suo rapporto con i coreografi?
Il mio lavoro con i coreografi varia a seconda del progetto, in realtà. Per le produzioni di Belgrado ad esempio ho seguito il lavoro a coreografie ormai definite e complete, quindi mi sono rapportato a un lavoro già fatto in cui entrare e a cui dare il mio contributo come maître de ballet; era la prima volta che lavoravo con Itamar e Paolo, ma è andata molto bene: tutti coreografi sanno che sono qui per aiutarli, fare da tramite tra loro e i danzatori, ma anche supportarli in questioni più organizzative, legate ad esempio ai costumi o al coordinamento degli orari di prova.
Il passaggio più complesso forse è quando il coreografo ha concluso il suo lavoro o non è presente…
Quando il coreografo non c’è il mio compito è mantenere vivo il lavoro, e rispettare le sue idee. A volte è difficile, lo ammetto: spesso procedendo con le prove il danzatore perde le indicazioni originali del coreografo, capita a tutti, e quindi intervengo a ricordargli le note del coreografo e a rinfrescare gli spunti o l’immagine da cui partono certi passi o movimenti. Non è un lavoro solo coreografico, ma anche di contenuto e dialogo con ballerini e coreografi.
La compagnia di Balletto di Roma è sempre in tournée: come si affronta la preparazione di uno spettacolo, magari dopo ore di viaggio?
In tournée la classe di preparazione è attorno ai 45 minuti, è un riscaldamento quindi, non una vera lezione di un’ora e mezza, che dopo ore di viaggio sarebbe quasi deleteria. Poi quando si arriva in teatro bisogna fare le prove palco, risolvere problemi o imprevisti…si deve essere dunque molto elastici, e mantenere un clima sereno pur nello stress della tournée (che i danzatori non danno a vedere, ma che è naturale ci sia, poiché danzare richiede un notevole sforzo psicofisico).
Qual è il percorso per diventare Maître de Ballet?
Il mio approdo è stato molto naturale: già da danzatore ero assistente alla coreografia, un ruolo che ho sempre amato, e da un’occasione in cui mi invitarono a diventare maître de ballet è nata la mia carriera in questo compito che da tempo mi interessava. L’assistente alla coreografia e il maître de ballet possono sembrare a grandi linee la stessa cosa, ma quello che mi piace del mio ruolo è che oltre alla cura delle coreografie devo occuparmi anche del benessere fisico della compagnia (con le classi di preparazione) e di quello psicologico, mantenendo alto il morale di tutti.