Intervista a Francesca Magnini, direttrice artistica del Balletto di Roma
I danzatori del Balletto di Roma in sala studio, il 1° settembre 2020, per le prove di “Première”
Dopo una lunga pausa forzata i danzatori del Balletto di Roma tornano in sala, in queste prime settimane di settembre, per riprendere le prove di “Première”, nuova produzione 2020 con coreografia di Andrea Costanzo Martini, autore e performer apprezzato sulla scena italiana e internazionale.
A parlarne è Francesca Magnini, direttrice artistica del Balletto di Roma, che qui svela gli ulteriori sviluppi del progetto e la nuova modalità di creazione “a distanza” che verrà sperimentata nelle prossime settimane.
Riprendono le prove al Balletto di Roma per una nuova produzione dal titolo “Première”. Di cosa si tratta?
L’azione intrapresa con Andrea Costanzo Martini per la nuova produzione della compagnia avrebbe dovuto articolarsi in residenza presso la nostra sede lo scorso maggio: dopo aver appreso dell’emergenza sanitaria, è stata per noi una delle prime esperienze di ‘annullamento’ delle tante attività in corso per il 2020. Alla luce di quanto accaduto nel mondo, ne riprendiamo oggi la realizzazione con uno sguardo diverso che ci spinge ad approfondire nuovi aspetti dell’originaria ispirazione.
Il lavoro nasce dall’incontro di Andrea Costanzo Martini con i danzatori della compagnia e dalla fascinazione del coreografo per questi artisti così giovani che inseguono il loro desiderio di movimento, sia come sentimento personale, che come bisogno comune. “Première” celebra l’umanità, indaga le biografie, le storie uniche e irripetibili di ognuno.
Da dove nasce l’ispirazione?
Il lavoro parte da un interrogativo apparentemente molto semplice: “Perché danziamo?”. Questa domanda sorge prima di ogni nuova creazione e la risposta arriva, mai completa, nei momenti più inaspettati: frammenti brevissimi, sbirciate brevi dentro una sensazione indefinibile. Momenti in cui ci rendiamo conto che esiste un senso più grande di noi, che siamo parte di un disegno cosmico vastissimo. “Première” ci svela che una compagnia di danza in fondo è un villaggio, una tribù, con i suoi bisogni primari che tentano di essere soddisfatti dall’organizzazione in codici e regole. Tra luci e ombre, come sotto i riflettori: quale allineamento di stelle e pianeti ha permesso loro di essere qui su questo palcoscenico, pronti e disposti a sacrificare qualcosa per noi spettatori?
Francesca Magnini, direttrice artistica del Balletto di Roma in sala studio, il 1° settembre 2020, durante le prove di “Première”
È cambiato qualcosa nell’approccio al nuovo lavoro dopo i mesi di lockdown e in considerazione dell’attuale situazione nel mondo?
Specialmente alla luce dei recenti avvenimenti, dopo una lunga pausa forzata lontani dalle sale di teatro, sorge spontanea la domanda: perché tornare su un palcoscenico? Cosa ci spinge ad esibirci, a farci guardare, ad esporci agli occhi del pubblico? Cosa diamo a vedere? E cosa, di noi, è impossibile nascondere quando siamo su un palcoscenico? “Première” diventa quindi un rito, una celebrazione, “un ricominciare”. Un ritorno, di nuovo, alla nostra prima volta.
Andrea Costanzo Martini torna al Balletto di Roma dopo l’esperienza del 2018 con la creazione “Intro” presentata con successo anche alla NID 2019 e in tour, nelle scorse stagioni, in numerosi teatri d’Italia.
Esatto, dopo il lavoro fatto insieme per “Intro” (azione coreografica per quattro danzatori) e dopo diverse collaborazioni fruttuose, risultato anche dell’incontro con il Network Anticorpi XL, il lavoro prosegue in una dimensione più ampia e con la messa in piedi di una vera e propria produzione.
Durante i mesi di lockdown, che hanno visto improvvisamente saltare i programmi in corso per la realizzazione del progetto, abbiamo avviato con Andrea un dialogo a distanza da cui è anche nata una riflessione “in video” pubblicata sui nostri canali in occasione della Giornata Internazionale della Danza 2020. In un momento in cui tutto era cambiato e in cui era impossibile mettere in piedi i nostri discorsi anche a livello drammaturgico, Andrea ha articolato i suoi pensieri attraverso poche significative immagini sul “non fare nulla”: un video su un “atto mancato”, ma anche sul desiderio di muoversi nell’immobilità, sul valore del tempo e l’importanza della pazienza con uno sguardo “oltre il presente”.
Il titolo “Première”, seppur nato prima dei recenti avvenimenti, sembra preannunciare un “nuovo inizio”. È così?
Non abbiamo ancora dato alcuna anteprima della nuova creazione e il titolo “Première” sembra proprio rappresentare e sottolineare questo momento: non solo un nuovo debutto, ma il ritorno ad una “nuova prima volta” dopo un’assenza di contatto così grande.
Si lavorerà molto, inoltre, sulle biografie dei danzatori: Andrea chiederà loro una presenza costante e una condivisione di “esperienze di vita”, anche in considerazione dei mesi di lockdown e di sospensione della danza. Anche per questo, il titolo “première” assume un’importanza particolare in quanto primo debutto post-covid, ma tratterà, allo stesso tempo, di altre prime volte e della voglia di danzare che appartiene ad ognuno di noi.
Le prove avverranno per il momento “a distanza”: il coreografo Andrea Costanzo Martini, da tempo residente a Tel Aviv dove svolge un’intensa attività artistica, seguirà e guiderà gli interpreti in collegamento via internet…
Esatto, questo è un aspetto importante di quello che sta per accadere, nonché uno dei cambiamenti che ci stiamo trovando ad affrontare in questo momento storico: le prove saranno “in remoto” perché Andrea vive a Tel Aviv e in questa situazione mondiale non è stato possibile farlo venire a Roma. Ci stiamo organizzando in una nuova modalità di prove online che potremmo definire un po’ avveniristica. Sarà impegnativo ma siamo intanto molto entusiasti di iniziare insieme una nuova esperienza: in questo senso, si tratta di una “première” anche per noi!
Qualche anticipazione sul debutto?
Ci prepariamo per il momento per una rappresentazione a Roma nel mese di dicembre. Secondo l’evoluzione degli avvenimenti in Italia e nel mondo, comunicheremo tempestivamente eventuali nuove date.