“Lo Schiaccianoci” tra creatività ed ecologia | Scene e costumi

Appuntamento al Teatro Quirino di Roma, dal 17 al 22 dicembre, con “Lo Schiaccianoci” del Balletto di Roma nella versione coreografica di Massimiliano Volpini. In questa originale rilettura del grande classico del Natale, i protagonisti abitano le strade di un’immaginaria periferia, lontani dalle luci della ricca città: scopriranno qui il senso più profondo della festa e, tra incontri ed avventure, sceglieranno di ribaltare il proprio destino… Frutto di un minuzioso processo creativo, i costumi e le scene ideate da Erika Carretta ricompongono gli “scarti” della città reinventando i colori di un mondo nuovo: vedremo le ruote di vecchie biciclette illuminarsi come preziosi lampadari e vecchi cappotti trasformarsi in mantelli di personaggi avventurosi. Tutto questo, con l’utilizzo di materiali recuperati nel segno di un “riciclo creativo” per riflettere sul tema, quanto mai attuale, dell’ecologia e della condizione di chi vive ai margini.
A parlarcene è la stessa Erika Carretta che, mostrandoci i bozzetti originali dei costumi, ci racconta le fasi di progettazione e realizzazione accanto al coreografo Massimiliano Volpini.

Da dove nasce l’ispirazione per le scene e i costumi de “Lo Schiaccianoci”?
Quando progetto le scene e i costumi di uno spettacolo, cerco innanzitutto di intercettarne l’idea portante e inizio da subito un’assidua ricerca di immagini legate al periodo storico, all’idea o al gusto della creazione, da condividere con il coreografo; questo per avere una base su cui costruire una ‘grammatica’ comune.
Affrontando “Lo Schiaccianoci”, un “classico” della storia del balletto, abbiamo colto la possibilità di inventare una storia diversa, per andare oltre gli aspetti convenzionali del racconto; lo abbiamo fatto scardinando la trama dall’ambiente rassicurante, domestico e borghese, in cui è originariamente ambientata, e portandola al di fuori, sulla strada. Un’idea legata al tema delle disparità economiche e sociali del nostro tempo, tra zone di estrema povertà, muri e discriminazioni. Volevamo cogliere il ribaltamento di questi aspetti negativi in un atto creativo, come a volte accade nelle realtà ai margini, ridisegnandole e cambiandone il verso.

Lo Schiaccianoci a Roma | Teatro Quirino 2019 - Realizzazione Scene e Costumi Erika Carretta racconta Per la realizzazione di scene e costumi avete scelto di riutilizzare materiali e oggetti di scarto. Come si inserisce questa scelta nell’articolazione del racconto?
NNon appena si parla di ‘muri’, si parla anche di emarginazione e degli elementi che ne fanno parte, come la componente drammatica del vivere senza casa e mezzi, del doversela in un certo senso ‘cavare’ con vari espedienti. Per questo, il rifiuto, l’oggetto di scarto, il riassemblaggio dei materiali, sono diventati elementi stessi della poetica e dell’estetica dello spettacolo. Sono partita da qui, osservando la plastica, gli avanzi, i detriti, per capire come trasformarli in costumi e scene: è stato un lavoro ‘al contrario’, ho cercato di estrarre il costume da qualcosa di preesistente. Lo ‘scarto’ è diventato la chiave per la progettazione perché è sia ciò che avanza che la differenza, contiene in sé un duplice significato e la possibilità stessa del cambiamento.

Come hai immaginato i costumi dei personaggi principali, Clara e il Fuggitivo?
La mia idea è stata quella di comporli con diversi pezzi di abiti, come se ogni costume fosse la sintesi di tanti vestiti precedenti e dunque di diverse identità: questo è stato il motore del lavoro che mi ha portato poi ad individuare le particolarità dei protagonisti.
Per Clara, che nel balletto compie il passaggio verso l’età adulta, ho pensato ad una ricchezza di colori e ad un’asimmetria che cambia quando avviene il salto nel mondo onirico del secondo atto. Per il Fuggitivo mi interessava creare un costume composto di più strati per dare l’idea della trasformazione del personaggio che, così come Clara, affronta un percorso di formazione; nello stesso tempo volevo dargli un segno contemporaneo, evitando elementi che richiamassero un determinato periodo storico, e per questo ho scelto un colore netto come il blu e forme adducibili alla contemporaneità. Ci sono poi delle righe bianche e nere, che si intravedono anche nel vestito di Clara, omaggio ai personaggi, tra i più belli del nostro cinema, de “La Strada” di Fellini.

Com’è invece l’abito di Drosselmeyer?
Ho voluto che gli elementi caratteristici del personaggio fossero il mantello e il cappello, oggetti che accentuano il suo aspetto da mago perché possono nascondere o far ricomparire oggetti, e possono inoltre farlo apparire diverso rispetto agli altri. Anche qui l’abito è composto da diversi strati, elementi assemblati in modo originale (ad esempio, il gilet con i fondi di lattina cuciti a mano simili a quelli dei capi tribù con le grandi monete votive).

Lo Schiaccianoci a Roma | Teatro Quirino 2019 - Riutilizzo dei materiali Come avete immaginato i costumi per i tradizionali ‘Topi’, che qui diventano dei singolari ‘Vigilanti’?
Li abbiamo immaginati a metà strada tra i Topi del racconto originale, non a caso spesso rappresentati come un esercito e dunque in divisa, e delle guardie; volevamo che avessero un elemento ‘pauroso’, come gli occhi e le orecchie rosse, una corazza e la coda, ma nello stesso tempo volevamo un elemento ‘ludico’ e divertente che potesse ribaltarne la figura: per questo abbiamo pensato ad un dettaglio spiazzante, un elmo con una cresta composta da un’infilata di guanti rossi di gomma.

Per quanto riguarda le scene, come avete reso la differente atmosfera tra primo e secondo atto, tra realtà e sogno?
Anche in questo caso siamo partiti dal muro e dalla strada; ci siamo chiesti: cosa accade se spostiamo tutto al di fuori della grande casa? Accade, per esempio, che il grande albero della casa borghese venga ricreato dai ragazzi di strada con delle bottiglie di plastica. Nel primo atto, con dei cambi di luce, si intravede sul muro una piccola crepa che svela da subito una possibilità di cambiamento… Nel secondo atto è il muro stesso a trasformarsi e a far apparire la sagoma di un albero di Natale: a poco a poco le scene cambiano e il mondo onirico di Clara prende forma. Dal cielo oscuro nascono delle nuvole bianche con ruote di biciclette, buste, tappi: una trasfigurazione che ci porta nell’atmosfera del sogno. La realtà è ribaltata e ogni cosa assume un altro aspetto, sottolineando la possibilità di re-immaginare la vita in un possibile rovesciamento delle sorti.

Com’è stato lavorare accanto al coreografo Massimiliano Volpini?
Abbiamo collaborato molte volte e si è creato tra noi un bel gioco di squadra: quando lancia un’idea, io l’accolgo e la rilancio, in uno scambio estremamente interessante e anche divertente. È stato così, a maggior ragione, per “Lo Schiaccianoci”, un balletto ricco di sorprese, avvolto nell’atmosfera natalizia, pieno anche di varie danze di carattere che sono poi il cuore stesso dello spettacolo. Danze che abbiamo voluto mantenere coerenti alla rivisitazione, creando anche in questo caso personaggi e abiti a partire dal riciclo e dalla fantasiosa trasformazione dei rifiuti.

È stato difficile realizzare questo ampio progetto di scene e costumi?
Ci siamo affidati ad eccellenti collaboratori: per le scenografie allo studio di Milano OneOff e in particolare a Francesco Landrini che ho conosciuto nei laboratori della Scala di Milano. Per i costumi, alla Sartoria D’Inzillo con cui collaboro da un po’ di tempo e dove ho trovato un approccio ideale al lavoro, pieno di curiosità e generosità. Dunque direi che il lavoro è stato impegnativo, ma bellissimo, e il momento più emozionante è stato vedere il disegno diventare costume e scenografia, realizzando un percorso creativo di diversi mesi.

Un invito per il pubblico di Roma che verrà a vedere “Lo Schiaccianoci” al Teatro Quirino…
Consiglio a tutti di venire a vedere lo spettacolo perché è un grande classico del balletto e del Natale, che esattamente come i grandi classici ha ancora qualcosa da dire e sorprese da rivelare; in particolare, questa versione di Massimiliano Volpini per l’energica compagnia del Balletto di Roma è una bellissima occasione per vedere un balletto storico sotto un’altra luce e in nuova veste!

Lo Schiaccianoci a Roma | Teatro Quirino 2019 - Coreografia