I danzatori della compagnia del Balletto di Roma affrontano in questi giorni la preparazione alla pratica di rotazione su se stessi in vista dell’attesissima performance Turning | Symphony for sorrowful songs di Alessandro Sciarroni in programma per il prossimo 8 dicembre negli spazi del MAXXI per Romaeuropa Festival 2015. Tra gli interpreti, la danzatrice e docente del Triennio Professionale di danza contemporanea del Balletto di Roma Marta Ciappina, coinvolta nel progetto dallo stesso autore.
Claudia Vecchi, storica componente del gruppo, nel Balletto di Roma dal 2003, ci racconta di questa nuova esperienza con l’artista Sciarroni, di recente nominato coreografo associato della compagnia.
“Dal 14 settembre ci stiamo allenando nella pratica del “turning”. Stiamo svolgendo autonomamente e ogni giorno l’esercizio di rotazione cercando di realizzare quanto ci è stato richiesto dall’autore Alessandro Sciarroni. Lo abbiamo incontrato per la prima volta lo scorso aprile durante un laboratorio di due giorni in cui ci è stato subito chiaro che saremmo andati incontro ad un genere di esperienza del tutto nuovo. Quando abbiamo saputo del coinvolgimento nel progetto Turning | Simphony for sorrowful songs, siamo diventati molto curiosi nei confronti delle precedenti versioni del lavoro e ci siamo documentati tramite materiale video e immagini. Quando poi abbiamo avuto finalmente la possibilità di parlare direttamente con Alessandro, abbiamo scoperto di possedere un ampio margine di libertà nella gestione di questa prima fase di preparazione. Alessandro ha preferito non spiegarci da subito in maniera approfondita la struttura della performance; per il momento ci ha dato alcune direttive pratiche per svolgere al meglio i nostri quotidiani esercizi di “rotazione su noi stessi”. Alessandro ci ha chiesto di partire da una rotazione quotidiana di tre minuti e di aumentare via via nel tempo la durata e la velocità per abituare il corpo a questa ripetizione che potrebbe protrarsi anche per 45 minuti. Durante le prime prove, ci siamo accorti che la nostra impostazione da ballerini “viziava” leggermente l’esito della pratica, perché tendevamo a mettere il peso su una sola gamba e questo ci causava a fine giornata qualche dolore alle anche. Alessandro ci ha suggerito di mantenere il peso su entrambe le gambe e di non cedere alla tentazione dello “spot” tipico dei ballerini, ovvero di mantenere un unico punto come focus per il giro.
Le nostre reazioni alla pratica quotidiana sono state varie a seconda dei singoli casi…eravamo preparati all’eventualità di vertigini, disturbi allo stomaco e persino a variazioni nell’umore o a stati di sonnolenza! Devo però dire che i casi di questo genere non sono stati così frequenti anche perché credo che il ballerino abbia una tale autodisciplina da saper affrontare e talvolta persino “ignorare” piccoli, momentanei, malori…anzi, ha una soglia del dolore alta e prende tutto questo come sfida da affrontare, trovando il proprio modo per compensare la mancanza di forze.
Di certo, è strano per noi cimentarci in qualcosa che non abbia a che fare con l’estetica, ma più che altro con le sensazioni e le percezioni. Ci stiamo osservando molto tra di noi durante questa pratica di gruppo in cui siamo, nello stesso tempo, insieme e separati, perché ognuno deve seguire la propria rotazione, ma muoversi in uno spazio frequentato dagli altri e quindi dobbiamo stare attenti a non scontrarci…poi sentiamo il movimento dell’aria intorno a noi e contemporaneamente quello dei nostri compagni…è una sensazione di confusione, ma piacevole. Spesso ci divertiamo a notare il cambiamento nell’espressione del volto dei colleghi durante il giro o a sentire i capelli che colpiscono le guance. E’ come tornare bambini…io stessa mi ricordo che da piccola giocavo a girare su me stessa a grande velocità fino a quando non perdevo l’equilibrio e mi abbandonavo sul letto. E’ vero che capita di tornare a quelle infantili sensazioni durante questa pratica, ma certamente qui c’è la componente necessaria del “controllo” che deve consentirci di girare a lungo, senza davvero lasciarci andare al disequilibrio o ad uno stato di estasi spirituale come ad esempio la pratica Dervishi. Personalmente, e mi sento di parlare anche a nome dei miei colleghi della compagnia, mi sto impegnando molto e non vedo l’ora che Alessandro torni al Balletto il prossimo 26 ottobre per comprendere bene la struttura della performance che poi prenderà veramente vita negli spazi del MAXXI il prossimo 8 dicembre.
E’ un’esperienza nuova per tutti noi, abituati a tutt’altro genere di spettacolo…ma ci sentiamo motivati e coinvolti. In questi giorni abbiamo anche ricevuto il supporto di Elena Giannotti, assistente di Alessandro Sciarroni per la versione di Turning che è andata in scena alla Biennale Danza di Venezia la scorsa estate. Ci ha dato ottimi consigli, soprattutto relativi alla gestione del peso, al focus e alle intenzioni dell’autore. Oggi siamo arrivate a girare per 15 minuti al giorno..! Lavori in corso…!”.