Proposte Danza 2025/2026
C’era una volta Cenerentola
Nuovo Allestimento 2024
Presentazione
Dopo il primo debutto al Festival di Civitanova Danza nel 2006 e l’ultima ripresa in scena al Teatro Massimo di Palermo nel 2016 con Anbeta Toromani e Josè Perez, nella stagione teatrale 2024/25 il Balletto di Roma riaccende i riflettori su una delle sue produzioni di maggior spessore artistico, che ne hanno decretato negli ultimi decenni la cifra stilistica nel panorama della danza internazionale.
Nel riallestimento 2024 di “C’era una volta Cenerentola” non cambiano l’atmosfera, il sapore, l’ambientazione e i valori di una preziosa coreografia del repertorio del Balletto di Roma, che torna in scena con una danza cui bastano pochi tratti di riferimento per proiettarsi in temi d’attualità. Secondo Monteverde quella di Cenerentola è una storia apparentemente semplice: rivalità tra sorelle, desideri inespressi che finalmente si realizzano, la virtù premiata anche se vestita di stracci, la punizione per i malvagi e gli sfruttatori. In realtà sotto questa superficie lineare e apparentemente trasparente si nascondono dei complessi sentimenti inconsci, che sono poi alla base del successo della storia di Cenerentola nel corso dei secoli, e che tracciano il percorso di crescita e di sviluppo della personalità, fino alla piena realizzazione del sé. È una fiaba che continua a parlare di adolescenza, della fatica di crescere specialmente per chi è ai margini, delle prove da superare per raggiungere l’autonomia, ma soprattutto del ruolo effimero dell’immagine esteriore, come parametro considerato ieri come oggi – il “c’era una volta”, ma che oggi c’è ancora – fondamentale per potersi affermare nella vita e nelle relazioni sociali. Quest’opera di Fabrizio Monteverde, come tutte le sue famose rivisitazioni di grandi classici, tende a svuotare l’antica favola da tutti gli elementi più noti, conosciuti attraverso i balletti di repertorio e la filmografia recente, rovesciando la tipica ambientazione fiabesca in un mondo crudo e opprimente, di cui sono sottolineati i contenuti soprattutto negativi, ma che alla fine sfociano in una profonda e innocente introspezione. Nel linguaggio del coreografo c’è richiamo all’ingiustizia, voglia di emancipazione e insieme quella umiltà destinata a durare per sempre: la convinzione che questi valori possano esplodere ed esprimersi in sentimenti puri e folli come l’amore e la felicità, trasuda in tutto lo spettacolo dalle luci ai costumi e al trucco, fino all’originale scenografia.
Il progetto è sostenuto dalla Regione Lazio con il Fondo Unico Regionale 2024 sullo Spettacolo dal Vivo.
La Compagnia
La Compagnia del Balletto di Roma promuove da sempre la produzione e la diffusione della danza d’autore italiana in Europa e nel mondo, con un repertorio attento oggi all’innovazione e alla ricerca, pur mantenendo forte l’attenzione alla storia e alla tradizione che lo hanno reso famoso.
La Compagnia del Balletto di Roma nasce nel 1960 dal sodalizio artistico tra due icone della danza italiana, Franca Bartolomei e Walter Zappolini. La struttura promuove da sempre la produzione e la diffusione della danza d’autore italiana in Europa e nel mondo, con un repertorio attento oggi all’innovazione e alla ricerca, fondata sulla storia e la tradizione che l’hanno resa famosa. Nel corso dei suoi 65 anni di vita, ha visto susseguirsi prestigiose collaborazioni e molteplici anime creative, che hanno contribuito a far crescere l’attività produttiva sia in termini di quantità che di qualità delle opere allestite, con un crescente consenso di pubblico. Con il passare del tempo la Compagnia romana ha costruito un modello produttivo unico nel suo genere in Italia, volto alla preservazione del repertorio e al rinnovamento dello stesso, attraverso il sostegno della creatività coreografica e il mantenimento del livello tecnico e interpretativo dei danzatori. Oltre alla produzione artistica, ramo caratterizzante dell’azienda, Balletto di Roma promuove anche la formazione a 360 gradi: questi i due pilastri portanti della struttura. Un impegno parallelo che converge in un unico brand di eccellenza nel panorama culturale italiano e che si pone come unico obiettivo, in questo momento storico, la crescita delle nuove generazioni di danzatori e il loro riconoscimento formativo e professionale a livello europeo. Un progetto sostenibile grazie al contributo di Enti pubblici (Stato/MIC, Regione Lazio, Comune di Roma, Comunità Europea, Istituti Italiani di cultura all’estero) insieme al gradimento del numeroso pubblico al botteghino che accorre ogni anno ad applaudire i numerosi spettacoli programmati sia in Italia che all’estero come per il China Tour 2023, dove con lo spettacolo “Giulietta e Romeo” (coreografia di Fabrizio Monteverde) il Balletto di Roma ha ricevuto il “Premio Eccellenza Italia” nell’ambito dei China Awards 2023. Premio che ha dato slancio a sviluppare un secondo tour sia nel 2024 che nel 2025.
L’attuale profilo della struttura è frutto della conduzione manageriale di Luciano Carratoni, che fin dai primi anni duemila ha indirizzato gli orizzonti verso una crescita artistica che ha portato nel 2018 ad un significativo cambio generazionale nominando alla direzione artistica Francesca Magnini, rafforzando gli schemi già intrapresi e ampliandone gli obiettivi generali coinvolgendo enti, istituzioni e prestigiose università italiane ed estere in un importante processo di dialogo e confronto per un costante e continuo rinnovamento. Oggi la struttura cura e sostiene le nuove generazioni attraverso la formazione e la produzione della danza attraverso un brand di qualità riconoscibile nel panorama nazionale e internazionale, da sempre impegnato a promuovere l’immensa cultura italiana Made in Italy.