Note di regia
La compagnia del Balletto di Roma, nella sua costante ricerca e volontà di sperimentazione nel panorama della danza contemporanea, affida la sua nuova produzione La morte e la fanciulla – il celebre quartetto in re minore di Franz Schubert successivamente trascritto per orchestra d’archi da Gustav Mahler – al giovane coreografo Paolo Santilli che agisce sull’apposita elaborazione drammaturgica firmata da Riccardo Reim. Il celebre pezzo di Schubert/Mahler si ispira, com’è noto, a una ballata di Mathias Claudius che riprende un tema artistico (iconografico prima ancora che letterario) di matrice addirittura rinascimentale e ricorrentissimo nella tradizione germanica: una fanciulla nel fiore degli anni incontra la Morte che la invita a seguirla esorcizzando le sue paure con dolci parole: “Dammi la mano bella creatura, io ti sono amica, non aver paura, dolcemente dormirai tra le mie braccia…” Il binomio Amore/Morte – tipico del Romanticismo – viene qui a rivestirsi di un’inquietante, macabra sensualità: la morte può dunque presentarsi come un amante che ci accoglie affascinandoci e al quale conviene consegnarsi con arresa e fiduciosa serenità. Un tema, questo, che oggi può essere associato allo scottante e dibattutissimo problema dell’eutanasia (volontaria o meno): morte come mutazione e non come negazione della vita, attraversamento di quel misterioso “tunnel di luce” di cui tanti hanno fornito sgomenta e stupita testimonianza, risposta al più terribile interrogativo dell’essere umano… I quattro trascinanti movimenti musicali ideati da Schubert (corrispondenti a loro volta ai quattro momenti della ballata di Claudius: Incontro/Ribellione/Resa/Rinascita nella morte stessa) vengono qui identificati nell’azione coreografica con i quattro elementi della natura – Terra, Fuoco, Acqua, Aria – in una resa visiva soprattutto emozionale (e non meramente “narrativa”) del tema poetico: un’interpretazione moderna ed efficace che, partendo dagli ardori dello Sturm und Drang, lancia alla platea una inquietante, salutare provocazione.
Credits
coreografia
Paolo Santilli
musiche
Franz Schubert
orchestrazione
Gustav Mahler
elaborazione drammaturgica:
Riccardo Reim
costumi
Giuseppina Maurizi
light designer
Emanuele De Maria
istallazione video
studio Vertov
Luca Scarzella, Michele Innocente,
Anna Frigo, Roberto Barbierato