Note di regia
Una soluzione del celebre Bolero di Maurice Ravel il cui dichiarato punto di partenza (nel senso di derivazione intellettuale) può essere indicato nel romanzo di Horace McCoy – nonchè nell’omonimo film di Sidney Pollack – non si uccidono così anche i cavalli, spogliato però qui da ogni svolgimento narrativo, cristallizzato in una reiterazione che, con calcolata schematicità, ripete e al tempo stesso ‘nega’, in un’apparente contraddizione, la minacciosa ossessività del motivo musicale. Almeno a prima occhiata, una gara di ballo vagamente d’antan dove una a una, spietatamente, le coppie soccombono all’eliminatoria, in un disfacimento psicologico quanto fisico: gli ‘abitini buoni’ vanno man mano chiazzandosi di sudore, un tacco si rompe, i rossetti si sbaffano attorno alle bocche contratte in smorfie che disperatamente fingono sorrisi… Ma è davvero una semplice gara ciò a cui stiamo assistendo? O non è forse un inferno costruito dall’uomo a sua stessa misura, come in Porta chiusa di Sartre? Mentre i corpi sembrano smontarsi simili a tristi marionette, la tensione interiore si fa sempre più intollerabile e ci si avvia allegramente al massacro.
Credits
coreografia
Fabrizio Monteverde
musiche
Maurice Ravel
costumi
Santi Rinciari
light designer
Emanuele De Maria
maître de ballet/
assistente alle coreografie
Piero Rocchetti