I danzatori della compagnia del Balletto di Roma stanno affrontando in questi giorni anche la preparazione all’attesissima performance Turning | Symphony of sorrowful songs di Alessandro Sciarroni, in programma per il prossimo 8 dicembre negli spazi del MAXXI per Romaeuropa Festival 2015. Dopo aver conosciuto il lavoro di preparazione dal punto di vista degli interpreti (nel racconto di Claudia Vecchi), ci siamo fatti raccontare da Alessandro Sciarroni stesso questo progetto…e ci ha regalato qualche dettaglio in anteprima!
Nella scorsa intervista ci raccontavi che il tuo training con gli interpreti “Dipende dal lavoro: alcune performance estreme richiedono una preparazione fisica specifica, altre una preparazione mentale…”. Qual è stata la preparazione fisica per Turning?
Ho chiesto ai danzatori di prepararsi allenandosi tutti i giorni, con una durata ad aumentare, sulla pratica dello spinning, l’azione che ispira il lavoro. Quindi sono partiti da 5 minuti al giorno e sono arrivati ai 15 minuti, è stato un lavoro preparatorio al mio arrivo.
E quella mentale?
Ho dato loro indicazioni molto semplici: al di là di qualsiasi tecnicismo, ho chiesto loro di riscoprire quest’azione con un punto di vista ludico, come da bambino quando cerchi di vedere quanto tempo puoi resistere finché non ti gira la testa; ma d’altra parte anche cercare di capire come evitare di avere fastidio e abbassare l’energia in modo da controllare l’equilibrio. Poi abbiamo iniziato la messa in scena e i ragionamenti sulla creazione: innanzitutto abbiamo guardato l’azione dal di fuori, dividendoci in gruppi per capire quale fosse la scelta giusta per far diffondere un certo tipo di energia anche verso il pubblico…riflessioni artistico-drammaturgiche in pratica.
Cosa significa “ritrovare il sé nelle dinamiche dei giri” per questa creazione?
Con i danzatori del Balletto di Roma abbiamo anche aggiunto un’altra pratica di approfondimento, che consiste non solo nel girare sul proprio punto, ma di inserirsi in un vortice, in una costellazione di movimenti in cui accadono degli incontri…ed è stata una rivelazione.
Un lavoro vorticoso, anche sui titoli…
Symphony of sorrowful songs è una composizione di Gorecki, che in realtà non abbiamo ascoltato in sala prove. Ma l’idea di sinfonia (dopotutto è un pezzo per 24 violini, a canone), adesso che vediamo la creazione nella sua interezza, ha davvero un senso…E per quanto riguarda la tristezza, forse non è vera tristezza quanto il non riuscire ad arrendersi ai sentimenti.
Come si costruisce una coreografia in dialogo con un museo?
In realtà, pur essendoci moltissimi coreografi che riflettono sulla danza in base al contenitore, la mia ricerca non è in questo senso: anche se il mio lavoro cambia perché cambia il luogo che lo ospita, ci tengo che il mio lavoro comunque sia sempre uguale a sé stesso a prescindere dal luogo. In questo caso comunque il pubblico avrà un tipo di fruizione più prossima rispetto al danzatore. E anzi, durante la giornata dell’8 dicembre…
Cosa si deve aspettare lo spettatore da Turning?
Un lavoro di gruppo che, come mi piace fare nelle mie creazioni, fa emergere anche i soggetti…e in un certo senso compongono una sinfonia!
A cura di Greta Pieropan