Il tango di Kledi trasforma il Cilea in una Milonga
Ballando su musiche di Piazzolla, Pugliese, Troilo e Villoldo l’ex ballerino di Amici ha sedotto il parterre
Una serie di quadri che raccontano il “tango sociale”, un ballo che unisce, contamina, accorcia le distanze tra i popoli dei continenti. Al teatro Cilea nell’ambito della stagione teatrale “Alziamo il sipario”, organizzata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Reggio Calabria, il Balletto di Roma con la partecipazione straordinaria di Kledi Kadiu ha trascinato il pubblico in un seducente “Contemporary Tango”. Un connubio perfetto di tradizione e modernità caratterizzato da un sottile gioco di seduzione creato da una compagnia di artisti abile a “ricostruire” in scena la magia della Milonga. Una sala da ballo dove una donna delle pulizie sistema le sedie per gli avventori che giungeranno. Così inizia il sogno. Non è il tango classico: qui di tradizionale c’è solo la musica e una coppia di tangueros che entra ed esce dalla scena. Nella versione coreografica di Milena Zullo, gli abili ballerini hanno accostato il linguaggio contemporaneo ed il “minimalismo” dell’incontro tra corpi con quello popolare del tango ricco di codici e seduzione.
Sul palco, tra giochi di luci che illuminano fisici perfetti e atletici, si narra la storia di uno dei balli più famosi al mondo dentro il quale si colmano bisogni, aspettative, sogni, desideri e oblii. Un sensuale e intenso abbraccio che ciascuno esprime arricchendolo del proprio sé e portandovi tutta quella memoria, consapevole e non, che la vita gli ha tracciato il corpo. Sono abbracci appassionati, spezzati e riconquistati, in gesti di seduzione che hanno il ritmo anche allegro della competizione. Il teatro si trasforma per qualche ora in una sala da ballo, la cosiddetta Milonga, all’interno della quale si scandisce passo dopo passo, un codice di comportamento che suggerisce il ritmo e la forma della danza. L’uomo e la donna si ritrovano come dentro una scatola e superando ogni confine dentro un mistico incontro, riscoprono in se stessi la propria natura. Possente ed elegante in scena, il primo ballerino Kledi Kadiu, spogliatosi degli abiti della quotidianità, si lascia andare in quella danza intesa come dialogo creativo fatto di sensorialità, percezione, istinto, unendosi perfettamente al resto della compagnia che crea quel “luogo dei contatti” dove si celebra la ricerca e l’impossibilità dell’amore. Sulle musiche di Piazzolla, Pugliese, Troilo, Villoldo, i danzatori si lasciano andare in quel tango elegante, stilizzato, voluttuoso, onirico. Seguendo un ritmo veloce e cadenzato, i ballerini hanno dato vita all’universo maschile vigoroso e passionale e a quello femminile seducente e sfuggente esprimendo con i movimenti del corpo, proprio della danza contemporanea, varie forme d’amore: quello giovanile, felice e scherzoso, l’amore sacro e profano. Il pubblico è gettato dentro una rete di pulsioni ed emozioni senza mediazioni e, allo stesso tempo, è protagonista di quegli attimi in cui il presente, fatto di sguardi rubati e movimenti sinuosi, scanditi da ritmi di chitarre, pianoforti e fisarmoniche, lascia il posto al futuro nel quale i ballerini rivestiti con gli abiti della quotidianità si abbandonano allo spazio etereo della sala da ballo.
Il Garantista
Grazia Candido – 5 novembre 2015