6 titoli e una programmazione che spazia tra coreografi affermati, sperimentazioni contemporanee, progetti multidisciplinari e il debutto di un’opera inedita è solo una parte dell’intensa programmazione che vede il Balletto di Roma protagonista nella vita teatrale della città di Roma nell’anno in cui l’istituzione festeggia i 60 anni dalla propria fondazione.
La compagnia romana presenta così una nuova stagione di spettacoli nei teatri della Capitale da ottobre 2019 a maggio 2020.
Si parte il 4, 5 e 6 ottobre con Hu_robot al Teatro Vascello, ideazione e regia di Ariella Vidach e Claudio Prati e coreografia della Vidach stessa. Uno spettacolo, in co-produzione con Lis – Lugano in scena e AiEP – Avventure in Elicottero Prodotti, che esplora la robotica e la realtà aumentata, aprendo lo spazio scenico a inedite possibilità percettive. In una geometria non euclidea, i danzatori si smaterializzano e si moltiplicano, replicati in immagini, riprese ed elaborate da un robot in scena. Una vera e propria novità riguardo l’utilizzo della tecnologia in contesti scenici e performativi e una riflessione sui rapporti tra l’umano e il robotico che, complice una elaborata suggestione musicale, riesce a “proiettare” letteralmente lo spettatore sui fondali della scena, coinvolgendolo in un confronto serrato con l’alterità.
In scena al Teatro Vascello
venerdì 4 ottobre, ore 21.00 | sabato 5 ottobre, ore 19.00 | domenica 6 ottobre, ore 17.00
venerdì 4 ottobre, ore 21.00 | sabato 5 ottobre, ore 19.00 | domenica 6 ottobre, ore 17.00
Dicembre conferma il consueto appuntamento con Lo Schiaccianoci: dopo aver portato per anni in scena lo Schiaccianoci di Mario Piazza, una specie di fiaba gioiosa dedicata all’infanzia che ha avuto un record di successo di pubblico e repliche, quest’anno l’appuntamento è con Lo Schiaccianoci di Massimiliano Volpini dal 17 al 22 dicembre al Teatro Quirino – Vittorio Gassman. La rilettura del coreografo scaligero ribalta l’ambientazione originale del primo atto, sostituendo all’enorme casa borghese in festa la strada di un’immaginaria periferia metropolitana: qui, abitanti senza tetto e ribelli senza fortuna vivono come una comunità d’invisibili, adattandosi agli stenti della quotidianità e agli scarti della città. Una favola natalizia che intende perseguire uno stimolo ecologico a riflettere sulla condizione delle persone-rifiuto, sullo smarrimento d’identità sociale e sui mille volti del nostro “essere”.
Il 21 gennaio invece, complice la sinergia creatasi tra il Balletto di Roma e IUC – Istituzione Universitaria dei Concerti, la danza sarà per la prima volta sul palcoscenico dell’Aula Magna della Sapienza Università di Roma con Arcaico, un brano con le coreografie di Davide Bombana e musiche originali composte ed eseguite da Katia Presti con la voce di Gabin Dabiré. Questo spettacolo, in co-produzione con Fabbrica Europa, assaggia mondi lontani e dona allo spettatore suggestioni intrise di atmosfere esotiche. Una presenza fisica e sonora importante, quella dei danzatori e dei musicisti presenti in scena, che s’incontrano e “scontrano” creando ad un microcosmo fatto di ritmi, colori e segni insoliti. Metafora di un’apertura culturale ormai vacillante, “Arcaico” svela la fascinazione per un’indefinita origine, un’utopica, profonda, ancestrale armonia.
Dal 24 febbraio al 1° marzo i danzatori del Balletto di Roma tornano per una settimana al Teatro Vascello con Sogno, una notte di mezza estate di Davide Valrosso. Un atto unico per 8 danzatori, in co-produzione con il Festival Oriente Occidente che riflette su due temi fondamentali: la magia e il sogno. Magia non è altro che l’amore, simboleggiato nella commedia dal succo di un fiore magico che agisce sugli occhi: è, infatti, con lo sguardo che ci s’innamora per la prima volta. Altro tema è il sogno, preponderante a tal punto che realtà e fantasia arrivano a confondersi, amplificando lo sguardo su un accadimento a-temporale. L’elemento onirico è reso dalla presenza di corpi vivi e impalpabili che danzando animano Puck, creatura irreale ma sempre presente che muove, a volte anche senza volerlo, i fili delle relazioni umane.
In occasione della rassegna Aprile in Danza al Teatro Palladium, Balletto di Roma presenterà il 16 aprile l’esito della terza fase di Light on Dance con il chiaro intento di fare luce sulla danza dando l’opportunità a giovani coreografi di esibirsi all’interno di una ricchissima rassegna di un teatro di Roma. Inaugurato ad aprile 2019 Light On Dance è un progetto che intende promuovere la ricerca contemporanea invitando giovani artisti – coreografi, danzatori e registi che operano nell’ambito della danza (in tutte le sue forme, generi ed espressioni), del teatro-danza, delle performing arts e del circo contemporaneo – a proporre progetti multidisciplinari in cui le differenti arti si fondono e dialogano fra loro, o che utilizzano le nuove tecnologie e i linguaggi digitali. Un anno dopo, il vincitore della call, prima di approdare alla creazione di un vero e proprio spettacolo a serata intera presenterà uno studio o una forma breve al Teatro Palladium.
A chiusura di stagione e dopo un tour nazionale, arriverà al Teatro Quirino – Vittorio Gassman – dal 28 aprile al 3 maggio Io, Don Chisciotte, la nuova creazione di Fabrizio Monteverde. Il coreografo più applaudito d’Italia, infatti, è tornato a creare per la compagnia romana affrontando la rilettura di un’altra pagina della letteratura mondiale, Don Chisciotte della Mancia, il capolavoro di Miguel de Cervantes.
In questa versione coreografica il protagonista non smette di incarnare la doppiezza, la “con-fusione” degli opposti. Don Chisciotte, con il suo sguardo strabico sulla realtà, conquista la gloria attraverso avventure sconnesse e poco calcolate, imponendo la propria illusione sulla realtà con eroico sprezzo del ridicolo. Un Don Chisciotte che quindi poeta, folle, mendicante come quello immaginato da Monteverde, è alla rovescia. “Io, Don Chisciotte”, rappresenta la rivincita del senso “individuale” contro il dominio dell’astratta “universalità” delle leggi umane: quel che la danza testimonia come imprescindibile è che l’azione dell’uomo non trova mai “un fine” e neppure “una fine” in senso assoluto, perché in fondo il bello – dice Don Chisciotte – “sta a impazzire senza motivo!”.
In questa versione coreografica il protagonista non smette di incarnare la doppiezza, la “con-fusione” degli opposti. Don Chisciotte, con il suo sguardo strabico sulla realtà, conquista la gloria attraverso avventure sconnesse e poco calcolate, imponendo la propria illusione sulla realtà con eroico sprezzo del ridicolo. Un Don Chisciotte che quindi poeta, folle, mendicante come quello immaginato da Monteverde, è alla rovescia. “Io, Don Chisciotte”, rappresenta la rivincita del senso “individuale” contro il dominio dell’astratta “universalità” delle leggi umane: quel che la danza testimonia come imprescindibile è che l’azione dell’uomo non trova mai “un fine” e neppure “una fine” in senso assoluto, perché in fondo il bello – dice Don Chisciotte – “sta a impazzire senza motivo!”.
Un fitto e variegato calendario di spettacoli e progetti speciali che vede il Balletto di Roma protagonista nella programmazione della città con eventi a significare, dal mese di ottobre fino a maggio, un travolgente arricchimento attrattivo in un’ampia proposta di appuntamenti di qualità.