Roberta De Simone, una stella che si è trasformata in cigno
Brilla una stella nel firmamento del “Lago dei cigni” realizzato nel Teatro Claudio Abbado da Fabrizio Monteverde: quella di Roberta De Simone, il cigno bianco, Odette, tenera, malinconica, espressiva, interprete stupenda. È stata una prima esecuzione assoluta di gran pregio, andata in scena a Ferrara con i 14 danzatori del Balletto di Roma, mutuata dal capolavoro classico di Chaikovskij dalla cui partitura Monteverde estrae molte musiche, ma non solo da lì, altre musiche del compositore russo servono per passaggi coreografici di una storia nuova rispetto al libretto originale, innestata con equilibrio e sapienza: quello del dualismo fra il cigno bianco Odette e il cigno nero Odile ovvero l’amore puro e l’amore peccaminoso, di cui è protagonista e vittima il principe Sigfrido, ben manipolato dal cattivo Rothbart. Serve anche una ninna nanna russa cantata in lingua originale, per aumentare il distacco fra tradizionale e nuovo, fra Chaikovskij (o meglio i coreografi Petipa e Ivanov che portarono al successo il “Lago”) e Monteverde. D’accordo, la storia voluta da quest’ultimo racconta di ballerini anziani che vogliono danzare il loro “Lago”, quello del compositore russo, perché è l’illusione della giovinezza perenne. Ma l’intertempo fra una scena e l’altra del “Lago” si riprende la realtà e ricompaiono allora la depressione e il depauperamento, con i conseguenti risvolti scenici: posture, passaggi, prese ben lontani dalla purezza del passo classico. Una purezza che compare a tratti, quindi presente e potenziale; ma non è quello lo scopo della coreografia, visto che poi tutto s’immerge nel gesto caricaturale. E diventa danza contemporanea. Il “Lago” di Monteverde è una fantasmagoria di colori e di idee, tutto ruota intorno a Odette (cioè a Roberta De Simone) e sia gli interpreti principali (Mirco De Campi è Sigfrido, Anna Manes è Odile, Luca Pannacci è Rothbart), sia la compagnia sono molto bravi a seguire le istruzioni del coreografo. Uno spettacolo bello, premiato dal successo di pubblico, numeroso, che non smetteva di applaudire coreografo e ballerini, ma soprattutto lei, la De Simone.
La Nuova Ferrara
Athos Tromboni – 17 novembre 2014