L’arte poetica del Riciclo: quando la creatività non vede limiti, ma disegna opportunità
Ogni persona, come ogni cosa, ha una sua storia. Una storia che può essere modificata, cambiata, migliorata, anche in un momento storico pieno di contraddizioni come questo. Ma cosa rappresenta davvero la festività nella contemporaneità? Volpini l’ha voluta immaginare come una Pandora dei tempi moderni, sorpresa a scoperchiare un grande vaso di verità. Sorpresa. Proprio così è l’effetto che il vetro, la plastica, il legno, la carta e il cartone – materiali molto preziosi recuperati e riutilizzati grazie al riciclo creativo – hanno dato vita nei costumi e nelle scenografie di questa nuova produzione del Balletto di Roma. Forse non riusciamo subito a immaginare quale opportunità possa celarsi dietro a questa immagine, ma è breve il passo verso una riflessione sul tema ecologico, avvertito ormai come una vera e propria necessità di riscoperta del sé. Si sarà notato con quanta rapidità si stiano diffondendo in questi ultimi anni iniziative che mettono un grande accento sull’importanza del riciclo, anche spesso indicato con la parola ‘riutilizzo intelligente’. Nobile iniziativa che vuole far prendere coscienza degli sprechi e vuole educare a una permanenza più consapevole sul Pianeta. Se si pensa che il riciclare non abbia un senso al di fuori e al di là della pura valenza economica si è sulla strada sbagliata: il valore che si attribuisce agli oggetti dipende pur sempre dall’uso che se ne fa, ma è un valore che non si esaurisce nell’impiego perché gli oggetti sono fatti anche di una materia esistenziale, che è sempre importante mantenere viva.
È dunque così che in un processo giocoso e naturale Schiaccianoci svela pezzi di tela, cartone, plastica e quant’altro disponibile alla fantasia, inventando nuovi mondi e dimensioni che strappano questi oggetti dal rischio di trasformarsi in un semplice “rifiuto”. Un’attenta analisi delle caratteristiche dei materiali, dimenticata la loro funzione iniziale, ha aiutato a dare agli oggetti una nuova vita, una nuova storia, sfruttandone potenzialità e caratteristiche specifiche, in una corroborante e creativa fase di studio e progettazione. Così una vecchia scatola di cartone dimenticata in soffitta si scompone in tante divertenti sagome da appendere a un albero di Natale fatto di bottiglie di plastica e una manciata di vecchi bottoni spaiati o di tappi colorati potrà rappresentare una fantasiosa alternativa a perline per bijoux.
Schiaccianoci di Volpini è uno stimolo ecologico a riflettere anche sulla condizione delle persone-rifiuto, sullo smarrimento d’identità sociale e sul fatto che il nostro “essere” è un’identità mutevole e plasmabile dai mille volti; se ci si arrende all’idea di avere un’identità unica e immutabile, infatti, si rischia di ‘ammalarsi’ di noia, insoddisfazione e apatia. Questo Schiaccianoci invita a pensare che in tutti noi si possa sempre nascondere una piacevole sorpresa e che è importante coltivare i sogni custoditi in fondo ai cassetti, perché potrebbero rivelarsi meravigliosi progetti di vita nuova, troppo spesso offuscati dalla paura e dall’incapacità di affrontare una svolta decisiva. Ascoltare le voci che reclamano da dentro aiuta a mantenere un contatto con l’interiorità e questo ascolto diventa importante ai fini di un riscatto personale, per imparare a “riciclarsi” con la stessa gioia e facilità con cui da bambini giocavamo con un pezzo di carta.
Fare esperienza di nuovi punti di vista, delle cose possedute o usate e della propria persona, dà la carica di emozioni positive e vuol dire migliorare la capacità di apprendimento, diventare più creativi, aprire la mente, dunque ampliare la varietà del pensiero e trovare maggiori opportunità.
Nelle immagini, momenti dell’allestimento al Teatro Lea Padovani di Montalto di Castro, dove Lo Schiaccianoci debutterà venerdì 1° dicembre 2017. Il coreografo Massimiliano Volpini insieme con l’ideatrice di scene e costumi Erika Carretta a lavoro per le ultime rifiniture.