“Possiede tutto ciò che cerco in un danzatore. È il mio Romeo ideale”. Il coreografo Fabrizio Monteverde descrive così il ballerino Luca Pannacci, interprete del Balletto di Roma che veste per la prima volta i panni del protagonista nel nuovo allestimento di “Giulietta e Romeo”. È proprio lui a raccontarci il suo personaggio, con lo sguardo attento e appassionato di chi si trova a vivere, attraverso la danza, gli attimi di un’intensa storia d’amore e coraggio: “All’inizio della trama, Romeo è giovane e ingenuo, perso tra la delusione di un amore non corrisposto e il forte desiderio di esprimere la propria passione. Non ancora padrone della sua vita, si lascia trascinare dagli amici e finisce per ritrovarsi al ballo mascherato in Casa Capuleti; l’incontro con Giulietta cambia ogni cosa: Romeo conosce l’amore, il bisogno di un altro, e nello stesso tempo la responsabilità di un’unione e la sfida dell’età adulta. Sarà poi Giulietta il motore della trama, non lo costringerà mai a fare nulla, ma in qualche modo prenderà l’iniziativa in una catena fatale di eventi: pensiamo al biglietto consegnato dalla nutrice in cui annuncia il matrimonio o anche alla prima simulazione del suicidio per sfuggire alla prigionia familiare”.
Un ruolo impegnativo, che Luca affronta come una sfida con se stesso: “Pur conoscendo bene lo stile di Fabrizio Monteverde, mi trovo questa volta di fronte ad una coreografia particolarmente ‘classica’, con basi e linee accademiche: per me è estremamente stimolante e la considero un’occasione per mettermi alla prova totalmente, fisicamente e interpretativamente. Qualcosa mi accomuna del resto a Romeo, anche io sono ‘tra le nuvole’ a volte, e ho un pensiero di tipo romantico; più complesso è stato immedesimarmi nelle azioni estreme dei due protagonisti, ma la chiave è stata comprenderne la passionalità, la convinzione, la lotta per un ideale d’amore e libertà. In questo mi ha aiutato molto Fabrizio Monteverde attraverso alcune indicazioni essenziali che mi hanno fatto cogliere il senso di ogni piccolo gesto; e poi la mia partner di scena, la mia Giulietta Azzurra Schena: amo particolarmente il nostro primo passo a due, quello in cui nasce l’intesa romantica, lo sento profondamente mio e Azzurra mi accompagna nella storia con esperienza e naturalezza. Considero un onore e anche una grande responsabilità essere protagonista di una coreografia che fa parte della storia della danza italiana, un’opera unica, un classico sempre attuale che riesce a parlare a tutti grazie alla linearità e alla bellezza di un racconto senza tempo”.