Il racconto di Amedeo, ex allievo e oggi danzatore della compagnia.
Tra gli interpreti della compagnia anche Amedeo Giunta, giovane danzatore che dopo gli studi presso la Scuola di danza del Balletto di Roma diretta da Paola Jorio ha partecipato nel 2015 alla prima audizione indetta dal direttore artistico Roberto Casarotto ed è stato scelto per intraprendere un percorso di apprendistato nel corpo di ballo. Amedeo si è messo in gioco con grande impegno e lo scorso dicembre ha partecipato con i professionisti della compagnia al debutto di TURNING – Simphony of sorrowful songs di Alessandro Sciarroni al MAXXI, Museo nazionale delle Arti del XXI secolo, per la trentesima edizione del Romaeuropa Festival. È poi entrato a far parte del cast di Paradox e con il coreografo Itamar Serussi ha potuto esplorare i nuovi linguaggi della danza e crescere artisticamente fino ad ottenere un ruolo in Tefer, sestetto maschile di grande potenza dinamica e fisica.
“L’esperienza a Belgrado è stata per me un debutto in molti sensi – racconta Amedeo – era la mia prima esperienza professionale all’estero, la prima partecipazione ad una coreografia dell’autore israeliano Itamar Serussi creata appositamente per sei danzatori del Balletto di Roma e persino il mio primo viaggio all’estero. Ho vissuto i primi attimi nella città serba con emozione silenziosa perché la curiosità travolgeva la mia mente e tutta questa movimentata bellezza mi toglieva il fiato. Mi sembrava tutto nuovo e diverso da quello a cui sono abituato: le case, l’atmosfera, i volti, le parole”.
Il primo impegno di Amedeo e della compagnia a Belgrado è stata la conferenza stampa di presentazione della serata Paradox presso l’Istituto Italiano di Cultura in presenza dei rappresentanti istituzionali della cultura italiana in Serbia: “Un’esperienza estremamente istruttiva che arricchisce ulteriormente il mio bagaglio professionale – continua Amedeo – Il direttore Roberto Casarotto, insieme ai coreografi Paolo Mangiola e Itamar Serussi, ha esposto il nuovo percorso artistico del Balletto di Roma, un cammino di innovazione, ricerca e respiro internazionale. Subito dopo è stato il momento delle prove, intensissime soprattutto nel giorno del debutto; il maggiore impegno è stato l’adattamento della partitura coreografica allo spazio scenico del Belgrade Drama Theater. Mi ha affascinato la lucidità con cui Itamar Serussi ha prontamente modificato il disegno coreografico a favore della nuova disposizione spaziale e anche la sua estrema cura nel dirigere l’illuminazione scenica. È stato inoltre molto sensibile e attento con tutti noi, motivandoci e tranquillizzandoci fino all’entrata in scena”.
Poi finalmente il debutto, atteso, temuto, desiderato: “Mezz’ora prima, lo ammetto, avevo paura. Ma a pochi attimi dall’ingresso in scena ho chiuso gli occhi e mi sono sentito improvvisamente forte, l’ansia è svanita al pensiero di tutto ciò che avevo vissuto nell’ultimo anno per arrivare a quel preciso istante. Ho pensato ai progetti che fino a poco tempo fa osavo solo sognare, al desiderio di danzare in una compagnia, di far parte di una creazione originale, di debuttare all’estero. Quando ho aperto gli occhi era il momento di entrare in scena e la paura si è trasformata nel desiderio di danzare e di farlo al massimo delle mie possibilità. In scena c’era grande energia, incrociavo gli sguardi dei miei compagni, era un momento importante per me ma anche per tutti loro. A fine serata, Il pubblico ci ha sommerso di applausi. Abbiamo percepito chiaramente l’attenzione di spettatori competenti abituati ad un’offerta artistica di alto livello e il loro entusiasmo ci ha profondamente onorato ed emozionato”.
Ma soprattutto torno a Roma con una nuova consapevolezza e tanta voglia di danzare. Non vedo l’ora di tornare in scena a Padova per il debutto italiano di Paradox, voglio affrontarlo al meglio per rivivere le emozioni di Belgrado e continuare a realizzare i miei sogni”.